E' finita l'esperienza scolastica del jiu jitsu...
Che dire, non mi aspettavo minimamente un successo e una risposta così grandi. Non mi aspettavo di provare certe emozioni, di ottenere così grandi soddisfazioni e, soprattutto, sicuramente non mi aspettavo di raggiungere così tanti obiettivi (alcuni pianificati, altri del tutto inaspettati) durante questa iniziativa.
Ma andiamo con ordine.
Il programma che ho proposto consisteva in veramente poche cose: la monta e il ribaltamento, la rialzata in base e la caduta all'indietro; una volta che tutti gli alunni avessero imparato tali tecniche, si sarebbe passati alle lotte.
Già nella fase iniziale ho aprofittato per "dispensare obietivi extra": rispetto delle regole, dell'insegnante e del lavoro che si sta svolgendo; tenere sempre d'occhio le persone vicine, con conseguente sviluppo della percezione spaziale, dell'attenzione e del senso della posizione; massima cura dell'incolumità del partner d'allenamento, parametro fondamentale di tutta l'iniziativa; massima collaborazione fra compagni, con freqenti cambi di coppie e dando molta importanza al saluto iniziale e all'abbraccio finale.
Ma la fase assolutamente più intensa e densa di significato è stata quella delle lotte.
Come già accennato, sono emerse un sacco di informazioni su ogni partecipante, ma la cosa più choccante è stato il naturale emergere delle tecniche e delle strategie proprie del jiu jitsu, nonostante il fatto che... nessuno le abbia insegnate!
Infatti, le lotte consistevano in 2 fasi: primo round accovacciati sulle punte dei piedi, mani aperte e l'obiettivo di far cadere l'avversario, attraverso colpetti con i palmi, e gratificando molto chi cadeva all'indietro nel modo giusto; il secondo round era la lotta vera e propria, dove l'obiettivo era mettere schiena a terra il partner e montarlo, mentre quest'ultimo o evitava la monta attraverso la rialzata o, in caso di sottomissione, eseguiva il ponte.
Riguardo il "come fare", a parte semplici regole (non afferrare i vestiti, le dita, i capelli e il collo con le dita), ho solo spiegato loro di togliere gli appoggi e portare a terra. Per tutto il resto sono stati lasciati liberi di esprimersi.
Ebbene, è venuto fuori di tutto: carattere, attitudine, problem solving, talento, grinta, timidezza, insomma... pura espressività, all'insegna dell'educazione, del rispetto e dell collaborazione massimi.
Infatti, mentre due studenti lottavano, agli altri era vietato distrarsi, coinvolgendoli nelle attività da "bordo tatami": ricomporre i materassi che si fossero staccati, sostenere il lottatore che fosse uscito dal quadrato, impedendogli di cadere sul legno, e applaudendo entrambi i "duellanti" alla fine della lotta.
Sia verbalmente, ma soprattutto dando un esempio coerente e positivo con il comportamento, ho ridotto draticamente le critiche, i commenti, le "prese in giro" rivolte agli elementi meno dotati, o fisicamente poco in forma, ottenendo il duplice obiettivo di creare più coesione fra i ragazzi e di diminuire gli imbarazzi e le ansie degli studenti più ritrosi (per motivi fisici, o caratteriali), addirittura facendo esprimere in modo egregio anche ragazzi ritenuti "difficili" o storicamente meno propensi a farsi coinvolgere in iniziative comuni.
Le cose da aggiungere sarebbero veramente molte, ma mi fermo qui per non ingigantire un già troppo lungo post.
La cosa che mi ha colpito di più, comunque, è stata la reazione degli studenti: regaletti fatti da loro, foto insieme, addirittura richieste di autografi! L'ultimo giorno, al momento dei saluti, ho ricevuto veramente tanto calore, e molti ragazzi erano veramente tristi, e anch'io non nascondo che mi è dispiaciuto terminare questo percorso insieme a questi allievi-maestri.
Infatti durante questa esperienza ho imparato veramente tanto, ho dato ma ho anche ricevuto in abbondanza, e di questo ringrazio ancora tutti gli attori coinvolti.
A questo entusiasmo si è aggiunta la soddisfazione della presidenza, dei docenti e dei genitori, i quali mi stanno già contattando per le pre-iscrizioni per settembre e per ripetere questo intervento l'anno prossimo.
Quindi cosa dire...
Grazie, grazie veramente di cuore a questi piccoli grandi lottatori!
Alle prossime "capriole" insieme!
Bello veramente un gran bel lavoro hai fatto Walter... come del resto sempre.. quando venni ad aiutarti l'ultimo giorno vedendo il modo di lottare dei bambini ha cambiato in me il modo di fare il jujitsu, davvero in un giorno ho imparato molto da loro, per molti aspetti mi ha aperto un mondo nuovo per me.. e anche se ti scrivo con un leggero ritardo, ti voglio ringraziare per avermi invitato con te l'ultimo giorno, mi ha fatto piacere..
RispondiEliminaBy Roby detto anche Ringo.. ahahaha ;)