Con una veste ancora provvisoria, siamo finalmente online!
Ed era ora, perche di cose ne sono successe tante, ed altre stanno accadendo, e sarebbe stato un peccato non esserci.
Allora, iniziamo con il nome del team: perchè "Bora Nera"?
Innanzitutto devo dire che trovare il nome per un gruppo nascente di jiu jitsu brasiliano fosse un'impresa molto più semplice, ma sono stato troppo ottimista...
L'entusiasmo porta alle scelte più assurde, dal nome degno di un commando assetato di sangue,
fino ad arrivare a scelte intellettual-pazzesche da vergognarsi.
Allora sono stati fissati dei parametri che rispondessero in modo decoroso al gruppo: qualcosa che riguardasse Trieste, la nostra città, qualcosa di dinamico, che si possa applicare in ambito marziale e che, soprattutto, si allontanasse anni luce dai soliti nomi partoriti da encefali preda di esaltazioni mistiche.
Da noi il fenomeno più conosciuto è il nostro particolare tipo di vento, la Bora, che quando diventa sufficientemente forte ed accompagnata da fenomeni atmosferici come pioggia, temporali e simili, viene indicata come "Bora Nera".
Dinamico, non troppo altisonante, tipico della nostra località, il colore giusto... fatta! Trovato il nome.
Ora si tratta di trovare anche un logo, ma confido che entro breve concluderemo anche questo capitolo e completeremo l'operazione.
Parliamo ora brevemente del gruppo e di come sia nata 'sta cellula terroristica triestina del jiu jitsu brasiliano (bjj, ossia brazilian jiu jitsu).
Nel 2007 volevo praticare uno sport, e visto che entrambi i miei bambini giocavano a rugby (sport bellissimo), e visto che esisteva la possibilità di giocare anche per gli adulti, stavo pensando di iscrivermi.
Proprio in quel periodo il mio amico Marco Fabris, un cividalese da combattimento, noto marzialista e tacc....ore, visto che praticava bjj già da un po' mi propose di fare un due scambi a terra, visti i miei passati di judoka.
Dopo un po' di lavoro a terra mi entusiasmai subito all'idea di iniziare la pratica e quel maledetto, per completare l'opera, mi fece provare ad indossare il suo "gi", un po' diverso da quello dello judo, e più "d'impatto".
Da lì il primo imput.
Poi iniziarono le trasferte a Udine, dove Marco ha la scuola, e la conoscenza con quei ragazzi fantastici e forti che sono i suoi allievi, fino ad arrivare al primo stage con Federico Tisi, campione nazionale ed internazionale, preparatore della maggior parte dei campioni noti nell'ambiente delle arti marziali miste, fondatore del circuito "Italian Connection" insieme ad Andrea Baggio e, soprattutto, ottimo insegnante e persona vearmente di spessore.
Fu veramente un esperienza entusiasmante e molto motivante: arte marziale, sport, difesa personale, preparazione fisica e didattica di alto livello...
E, soprattutto, un ambiente veramente sano, poco comune nelle arti marziali (mi spiace se ho offeso qualcuno), dove si lotta per migliorare, si suda insieme, ci si confronta e si collabora, dove non c'è spazio per manifestazioni tipiche dell'esaltato cerebroleso che, purtroppo, troppo spesso manifestandosi in tutta la sua virulenza, da un'immagine imbarazzante delle arti marziali.
Poi, dall'ottobre 2008, nasce il "gruppo" di lavoro, ossia l'anticamera di una scuola vera e propria, formato da tre persone: io, Andrea "Petardo" e Alberto "Psycho", uno artificiere dell'Esercito e l'altro psicologo, nucleo dal quale poi si è sviluppato l'attuale branco di appassionati che sudano e lottano anche a luglio, con temperature e umidità degne della jungla.
Tutto 'sto papiro solo per spiegare, veramente brevemente, le nostre origini.
Ora siamo online, e a breve arriveranno un sacco di altre notizie, aggiornamenti, citazioni, calendari, ecc.
Quindi l'invito è di restare connessi, ci sentiamo presto.
W. F.
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